Sorpresi dalla gratuità

Si tratta di una interessantissima e coinvolgente raccolta di conversazioni con gli amici dell’associazione “Famiglie per l’accoglienza”, che hanno scelto di vivere appieno la propria vocazione accogliendo in casa – in affido o in adozione – bambini in difficoltà temporanea o permanente, oppure ospitando anziani ed adulti in situazioni di disagio. L’autore è Padre Mauro Giuseppe Lepori, Abate dell’abbazia cistercense di Hauterive, in Svizzera e affronta con un dialogo serrato tutta la problematica connessa con l’accoglienza, di cui “le famiglie per l’accoglienza” rappresentano per così dire il paradigma.

L’accoglienza infatti non è una particolare inclinazione di alcuni, ma è la dimensione propria di ogni cristiano che si ponga alla sequela di Cristo. E così possiamo leggere le suggestive riflessioni sulla novità introdotta dal cristianesimo:

 la grande novità prodotta dal cristianesimo nel mondo umano è anzitutto uno sguardo nuovo, uno sguardo diverso sull’uomo. (…)

Forse fra un secolo, se la civiltà occidentale ci sarà ancora, si riconoscerà che la più grande rivoluzione dei tempi moderni l’ha fatta la piccola e raggrinzita Madre Teresa di Calcutta. Non tanto per quello che ha fatto e fatto fare, che, come diceva lei stessa, è una goccia nell’Oceano dell’immensa povertà del mondo, ma per lo sguardo con cui, partendo dalla contemplazione di Gesù crocifisso, ha guardato l’uomo, ogni uomo, dal lebbroso al Presidente degli stati Uniti.

Uno sguardo così innesca una reazione a catena e a diffusione geometrica di sguardi diversi che non fanno rumore, che nessun sociologo rileva, di cui quasi nessun giornale parla, ma che cambiano il mondo 

Oppure la sconvolgente e in fondo semplice spiegazione della massima paolina “Ciascuno stimi gli altri più di se stesso”:

“La misericordia di Dio è un orizzonte che è sempre più in là di ogni decadimento umano. La giustizia delimita, determina e fissa il punto, buono o malvagio, in cui uno si trova. La misericordia invece permette sempre di nuovo di guardare oltre, oltre il limite, oltre il giudizio, oltre la condanna. 

Se la stima dell’altro fosse condizionata unicamente dalla giustizia, non potremmo onorare tutti gli uomini. Anzi, non potremmo stimare nemmeno noi stessi. La misericordia apre sempre ad uno sguardo nuovo e positivo sul mondo umano, malgrado tutto”. 

Ci sono inoltre dei passaggi preziosi che rivelano il cuore dell’accoglienza:

E’ caratteristica dell’uomo di Dio di non accumulare pesi su di sé ad ogni persona che vede  e che incontra. Il santo ad ogni incontro desidera ed accoglie l’abbraccio di Colui che lo genera e gli vuole bene, e questo lo purifica, e rigenera in lui l’energia del vivere, la letizia nel vivere. 

Io, nei giorni in cui sono più distratto e dimentico del Signore, è come se ogni persona che accolgo e incontro me la caricasi sulle spalle, per cui, se vedo cinque persone, alla fine mi ritrovo con cinque persone sulla groppa, un po’ come l’asino dei musicanti di Brema… 

E’ la fatica di Marta. “Che bello, viene Gesù”. Ma poi, dietro a Gesù, arriva Pietro, Giacomo, Giovanni, fino a Giuda,  e poi magari anche le donne che Lo seguono, qualche miracolato che non lo molla più, qualche fariseo che Lo tampina per incastrarlo. Per cui, il sorriso iniziale nell’accogliere Gesù, a mano a mano che la gente entra in casa, diventa smorfia, lamento, rabbia, così che, alla fine, Marta perde le staffe anche col Signore. 

Il problema della nostra vita è che nell’accogliere l’altro (e c’è sempre un altro da accogliere (…), non ci lasciamo sempre abbracciare da Colui che ci genera e ci vuole bene. Il problema, e direi il peccato, è che noi ci teniamo lontani  a Colui che ci genera amandoci. Tutta la fatica, tutta la tristezza, tutta la rabbia e la dissipazione, tutta la sterilità (…) vengono da lì. 

Ma non c’è pagina che uno non vorrebbe sottolineare per la continua novità e freschezza con cui viene descritta  la gratuità che ci raggiunge e ci coinvolge: non resta che leggere l’intero libretto.

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