Eugenio Corti: I frutti dei falsi profeti

 

Oggi vi propongo un tuffo nel nostro recente passato con uno scritto che esamina, da contemporaneo, quindi con stile proprio di quel tempo, la situazione culturale degli anni settanta.

 Si tratta di una riflessione scritta nel 1975, ma è di una straordinaria attualità nonostante i toni che rischiamo di non capire più, imbevuti come siamo della mentalità dominante incristiana.
Nel libro che la contiene l’autore si interroga sulla situazione culturale cattolica degli anni successivi al Concilio Vaticano II, in gran parte tradito proprio per mancanza di un’azione culturale adeguata.

 Lo stesso Giovanni Paolo II aveva proclamato che “la fede deve diventare cultura”, ma con difficoltà il mondo cattolico ha recepito in questi anni la sua richiesta; ed è per questo che attualmente regna tra i cattolici la grande confusione per cui tutti parlano di tutto, anche se non sono informati e spesso ignorano la dottrina nella sua genuinità, anzi ignorano l’esperienza cristiana di popolo che ha caratterizzato per quasi due Millenni il popolo  della nostra penisola. Ma ecco cosa dice Eugenio Corti dei falsi profeti:

 

Leggiamo nel Vangelo: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete” (Mt 7,15). Insiste il Vangelo: “Dai loro frutti li riconoscerete” (ibidem 20).

Quali sono quei frutti? In cosa c’è oggi autentico regresso rispetto a dieci anni fa? elencherei per sommi capi come segue: i cattolici allora erano uniti, mentre adesso sono divisi; allora avevano idee chiare, e oggi le hanno confuse; la pratica religiosa si è rarefatta nei giovani, mentre negli anziani c’è intiepidimento (si è assistito qui a fenomeni per niente comici, come la corsa delle nubili di mezza età a rifarsi delle mancate esperienze sessuali: possiamo forse meravigliarcene, col permissivismo “purché ci sia l’amore” che è subentrato in questo campo?)

Ma proseguiamo nella sgradevole elencazione: dopo l’abbandono dello stato sacerdotale da parte di molti sacerdoti, si assiste a un grave calo nelle vocazioni.(…) e che dire  dell’oggettivo stato di dissoluzione (comunque lo si chiami) di organizzazioni cattoliche fino a dieci anni fa fiorenti, come l’Azione Cattolica, la FUCI, le ACLI, ecc.? E del pazzesco fenomeno di autoliquidazione di tanta parte della cultura cattolica, per cui le nostre università invece di dare un contributo in un’epoca difficile come l’attuale, sono in pratica come inesistenti? E ancora: si avevano ogni anno nel mondo anglosassone alcune centinaia di migliaia di conversioni al cattolicesimo, che oggi non si verificano più. Tra i popoli del terzo mondo l’azione dei nostri missionari continua grazie al Cielo a dare i suoi frutti: vediamoperò che i missionari, mentre si affaticano sulla messe, sono di continuo costretti a difendersi le spalle, mediante le loro modeste riviste, dagli attacchi di chi vorrebbe in nome del Vangelo (!) intralciare il loro lavoro [si riferisce a fatti del tempo in cui dei baldi giovani cattocomunisti organizzavano delle visite nelle varie missioni per dare disposizioni, imparate a tavolino, sul modo di essere missionari e se ne infischiavano della realtà sociale del luogo di missione, ndr].

Ancora: in URSS [L’unione Sovietica nel 1975 non era ancora implosa e il muro di Berlino era una tristissima realtà, insieme ai GULag e alle persecuzioni dei dissidenti, cristiani e non, ndr] , dove – essendo fallito l’esperimento marxista – è in corso uno straordinario inizio di riscoperta dei valori religiosi, non è più alla Chiesa cattolica che si guarda – come si guardava fino a pochi anni fas – bensì alle sette battiste, considerate più salde nella difesa dei valori cristiani contro l’anticristianesimo marxista.


Da
“Il fumo nel tempio” di Eugenio Corti (ed. Ares) pag 51,52
 
 

 

Davanti a questa pagina la domanda che a me è venuta spontanea è: ma come faccio a sapere se non sono un falso profeta?

Innanzitutto dai frutti, come dice anche il Vangelo e Corti ripropone, ma, soprattutto, rimanendo fedele a Colui che è garanzia di unità e ortodossia nella Chiesa , cioè BenedettoXVI e non affidandoci ad “ogni vento di dottrina” o a quelle che Corti chiama “pecore matte” di dantesca memoria.

Chi non è fedele a Benedetto XVI e ai Vescovi in comunione con lui dovrebbe rendersi conto del danno che fa a se stesso e agli altri. A meno che non consideri la sua opinione più importante della Verità cristiana.

******

AGGIORNAMENTO:

Qui potrete trovare una recente intervista a Eugenio Corti, testimone autorevole del 900

Articolo precedente
Articolo successivo
Lascia un commento

10 commenti

  1. Eh! Anna!
    questo tuo post sembra fatto di proposito per un personaggio di ns. conoscenza…..od è una pura causalità?
    ciao

    "Mi piace"

    Rispondi
  2. Davvero un post intenso, che ho apprezzato!
    Eugenio Corti ha lanciato un grido giusto, allo stesso modo in cui i profeti nell’ Antico Testamento denunciavano i “falsi profeti” che il popolo ebraico inseguiva.
    Ti ringrazio! Un bacione!

    "Mi piace"

    Rispondi
  3. aspetta, aspetta, sarcastycon, sarà mica quello che gira col mantello rosso ma non è superman?

    "Mi piace"

    Rispondi
  4. Calma ragazzi, l’articolo l’ho preparato ieri mattina, quando non prevedevo quel che è successo.
    Non c’è nessuna intenzionalità… però mi fa pensare che il Padre Eterno spesso ama divertirsi alle nostre spalle.
    Lui lo sapeva cosa sarebbe successo e mi ha spinto a leggere Corti, a restarne colpita e a scrivere questa cosa qui. Non potevo rimandare la pubblicazione perché altre cose urgono e non vedevo il motivo di rimandarlo.

    In fondo si tratta di problemi che ci coinvolgono tutti: chi può dire di essere immune da sbagli?

    Ho imparato che bene e male non sono così distinti nel nostro cuore, ma quel che domina in ogni gesto è un’ambiguità che non credo riusciremo a scrollarci di dosso molto facilmente.
    Meno male che c’è Uno che ci libera dal male. Solo Lui può.

    "Mi piace"

    Rispondi
  5. a dire la verità, annav, anche se, lo sai bene, condivido fino in fondo quello che dici, non ho capito bene a quale avvenimento odierno ti riferisci (nel commento, non nel post)

    "Mi piace"

    Rispondi
  6. A me di Corti ha colpito il suo capolavoro, “Il cavallo Rosso”.
    Un libro eccezzionale, IL libro per eccellenza.
    Non so se lo hai letto, se non lo hai fatto ti consiglio di correre a comprarlo…cononscendoti, ti esalterà.
    Saluti Anna

    "Mi piace"

    Rispondi
  7. Caro Tommaso, sto inseguendo “il cavallo rosso” da anni e ogni volta che me ne ricordo in libreria è in ristampa.
    Ho scoperto che ora sta per uscire l’ennesima ristampa: spero di non perdermela!

    "Mi piace"

    Rispondi
  8. viol bellissimo anche io mi faccio sempre la domanda che ti sei posta alla fine

    "Mi piace"

    Rispondi
  9. non perderlo anna, se non lo trovi te ne invio una copia io, è un capolavoro.
    e mi rode il fegato che romanzi così andrebbero pubblicizzati maggiormente, ma questo non si fa perchè…….
    indovinate?

    "Mi piace"

    Rispondi
  10. Per Mariat

    Tale domanda non lasciarla perdere, ma custodiscila e tienila desta finchè non troverai la risposta esauriente.
    Perchè non si può vivere senza una risposta a questa domanda.
    Ma, se vuoi, possiamo continuare a parlarne in privato, magari tramite la mail di Splinder.

    Per Tavorminha
    Sai quanto ci tengo a leggere quel libro?
    Come ho detto sono anni che lo cerco, ma non ho molta facilità a raggiungere le librerie della vicina città.
    Se anche questa volta non riesco a procurarmelo credo che accetterò la tua generosa offerta!

    "Mi piace"

    Rispondi

Lascia un commento