Mi ha colpito la posizione di una che era presente durante gli ultimi fatti di Parigi. Riporto la lettera pubblicata dal sito Tracce.it perché per una persona normale, ma anche per una che ha responsabilità politiche importanti, il primo gesto, il più ragionevole è quello vissuto dalla protagonista:
“Che io Gli appartenga ogni giorno di più”

La manifestazione di domenica a Parigi.
In seguito, ho pensato che la mia esperienza di fede era innanzitutto un’esperienza di pace e di amore del prossimo e subito dopo ho pregato per le vittime e anche per i carnefici. È impressionante, d’altra parte, che la parola della messa di quel giorno sia stata : «Colui che ha dell’odio contro suo fratello e dice di amare Dio è menzognero poiché Dio è amore».
Giovedì mattina, facevo il catechismo ai bambini di terza elementare e, naturalmente, abbiamo evocato l’avvenimento, soprattutto per mostrare che la nostra responsabilità era di chiedere al Padre di essere degli artigiani di pace nelle nostre relazioni di tutti i giorni.
Ammetto anche che sento timore di fronte a una tale violenza. Nonostante ciò la mia ragione mi esorta a pensare che la vita è più forte e che il modo più giusto di continuare la mia giornata è di affermare la vita e il valore prezioso che ha.
Concretamente, oggi ho deciso di vivere una giornata di digiuno, anche perché Maria ci dice che con la preghiera e il digiuno possiamo fermare le guerre. E questa aggressione ci mette in un clima di guerra. Desidero che il nostro paese possa vivere nell’unità e nella pace.
In effetti, ad ogni persona che ho incontrato oggi e che condivideva con me la sua opinione, ho riaffermato che sono innanzitutto il mio sguardo ed il mio cuore che devono cambiare. Che io appartenga ogni giorno di più a questo Dio che mi ama e ha dato la sua vita per me.
Sophie, Viroflay