Siamo come foglie al vento

Dagli Esercizi di Rimini 2018, pag.60

Se l’uomo cede alle ideologie dominanti, si verifica una separazione tra segno e apparenza.  Più si ha coscienza di ciò che il segno è, più si capisce il disastro di un segno ridotto ad apparenza. Il segno è l’esperienza di un fattore presente nella realtà che mi rimanda ad altro. Il segno è una realtà sperimentabile il cui senso è un’altra realtà”

Sembra difficile capire cosa significhi, visto che siamo poco abituati a riflettere e reagiamo istintivamente (di pancia, si dice) a qualunque sollecitazione. Ma mi veniva in mente un esempio che forse spiega il concetto: l’esempio del dito che indica la luna.  Noi ci fermiamo al dito (il segno) e non guardiamo quello che il dito indica, la luna.

Mi è venuto in mente allora quel che vedo e leggo nei vari mass media attuali, per lo più. Ci si ferma al segno, all’apparenza e lo si considera come unica realtà. E mi vengono in mente le parole di certi uomini politici che , partendo da labili segni, costruiscono tutta una realtà di parole a cui finiscono col credere anche loro per il solo fatto di ripeterle fino alla nausea. E mi viene una grande tristezza. Perché tutto nella realtà è segno, anche un granello di sabbia. Ma capire di cosa è segno è difficile se si è perso un punto di riferimento valido.

Siamo come foglie al vento, se non abbiamo delle certezze vere che sostengono la nostra identità.

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3 commenti

  1. Si, siamo come foglie al vento ed ognuno paga per ciò che sceglie di guardare.
    La politica è un affare terreno, purtroppo ormai le persone si interessano solo a difendere la propria squadra e non le buone idee… e questo è un comportamento infantile. I media poi, banalizzano ogni argomento importante (vaccini, immigrazione, Europa etc…) per creare volutamente delle fazioni che ci dividano tra noi. E tutti abboccano, schierandosi da una parte o dall’altra senza rendersi conto che ogni argomento è ben più dell’essere favorevole o contrario, senza avere tra l’altro alcuna nozione attendibile in merito. Lo scopo è proprio farci discutere! Lo facevano già gli imperatori romani, Dividi et Impera, e ancora funziona…

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