Comunione e Liberazione: il significato riscoperto

Stamane ho preso il libro di don Giussani “Alla ricerca del volto umano” e, contrariamente al solito, mi sono soffermata sull’introduzione perché era di Von Balthasar.

Dopo poche righe ho sussultato al leggere quanto segue, anche perché io per prima, che sono nel Movimento dal ’75 non avevo mai compreso in questi termini, che ora invece comprendo, le parole Comunione e Liberazione. Ma, dal libro nell’edizione del 1974 leggo a pag. 5:

“… Comunione non va intesa innanzitutto ( credo che innanzitutto sia da sottolineare) come un legame sociale tra i membri o anche tra tutti i cristiani, ma – pienamente in linea con Sant’Agostino –  come comunione del singolo con il Cristo sempre presente, che è sintesi di tutte le vie di Dio con la sua creatura e con la sua chiesa. Già l’analisi dell’antica alleanza introduce a questa riflessione centrale: Dio sceglie sempre un individuo ben preciso – Abramo, questo singolo popolo, questo profeta – per divenire, tramite lui, concreto per tutti. Le divinità dei Popoli sono astrazioni, solo Javè è vivo, l’unico Dio e questa concretezza di Dio culmina dell’incarnazione del suo Figlio Gesù Cristo, che in questo modo diventa anche il senso di tutto il mondo. L’uomo è creato in vista di Cristo, quindi per l’altro, nel quale solamente il suo io, la sua persona, la sua libertà trovano adempimento nella donazione, nell’obbedienza e nella disponibilità.

Se manca questa trascendenza che sola garantisce la “Liberazione”, l’uomo resta chiuso in se stesso. Annega nel moralismo e nel fariseismo.”

Finora ero profondamente convinta che solo dalla comunione e condivisione tra veri amici, cioè amici in nome di Cristo, potesse nascere la liberazione. Ma queste parole del teologo Von Balthasar mi aprono una prospettiva nuova, forse intuita,ma mai esplicitata in modo cosi’ chiaro e convincente.

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22 commenti

  1. Splendido punto di riflessione: grazie per averlo condiviso con noi!

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  2. “Le divinità dei Popoli sono astrazioni, solo Jahvè è vivo, l’unico Dio e questa concretezza di Dio culmina dell’incarnazione del suo Figlio Gesù Cristo”. Fintanto che esisteranno questi approcci “assolutistici” non ci sarà mai ne comunione, ne Liberazione.

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  3. Alberto

     /  dicembre 22, 2016

    Vogliamo parlare di Don Inzoli e Formigoni?

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  4. È bello quando la mente illuminata di qualcuno ci aiuta a comprendere meglio quello che intuivamo ma non riuscivamo a definire chiaramente dentro di noi.
    Tanti auguri di buon Natale.

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  5. Stefano

     /  gennaio 9, 2017

    OK ma dove trovo Gesù Cristo ? Dove lo posso contattare ? Nelle persone o momenti di persone …

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  6. Alberto

     /  gennaio 12, 2017

    Guarda che il silenzio del movimento su Inzoli è veramente assordante… Meno menate teologiche e discorsoni vuoti e più attenzione alle situazioni reali all’interno del movimento

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    • Carissimo Alberto, la vicenda di Inzoli non implica il movimento più di quanto un omicidio fatto da un battezzato cristiano implichi la Chiesa, Corpo di Cristo. La sua, se le cose stanno come si dice, è una vicenda personale e sta tranquillo che ne risponderà al buon Dio, come ciascuno di noi risponderà delle sua azioni all’ultimo giorno. La Chiesa è un tutt’uno, tra paradiso purgatorio e vita terrena, è santa e peccatrice e Gesù ci ha insegnato: chi è senza peccato scagli la prima pietra.Se uno si sente senza peccato potrà pure puntare un dito contro l’accusato, ma contemporaneamente ne punta tre contro di sè e anche lui risponderà di quel cne ha fatto. Per cui mi pare più utile pensare alla propria conversione, difficilissima, ma liberante, che finger di non avere problemi perchè un altro pare abbia sbagliato.

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      • Alberto Maria Farina

         /  gennaio 14, 2017

        Ieri ho risposto e il mio intervento figurava “in attesa di moderazione”
        Oggi non lo vedo più. Spero non si tratti di censura. Se vuole mi può rispondere in privato, ma consideri la vicenda nella sua reale consistenza e non dia risposte catechistiche come quella precedente…

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      • mi scuso.Non tutti o giorni ho la possibilità di accedere al Blog per via del pochissimo tempo che ho. Spero non te la prenderai se cancello l’ultimo tuo post che si basava su un presunto mio ritiro dal dialogo mediante censura. In genere non censuro ma tranne ciò che è offensivo e blasfemo.

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  7. Alberto

     /  gennaio 13, 2017

    Palle… Inzoli era un uomo di punta del movimento visto il suo ruolo di Presidente del Banco Alimentare; era di casa nella sede del movimento in via Porpora e a Cremona si occupava assiduamente della situazione politica cittadina. Aveva uno stile di vita poco consono a quello di un sacerdote (macchine di lusso, donde l’appellativo di “Don Mercedes”, ristoranti di prestigio, sigari costosi) e, a quanto pare, molti sapevano degli atteggiamenti morbosi che aveva nei confronti dei ragazzi e dei giovani affidati alle sue cure. Per questo la sua non può essere derubricata a vicenda personale: troppo comodo e troppo facile cavarsela così. Che poi l’Inzoli possa capire i suoi errori e pentirsi di fronte al buon Dio, tutti lo speriamo e la misericordia divina si chinerà su di lui. Quello che mi sembra mancare da parte del movimento è un’assunzione di responsabilità per i gravissimi atti commessi da un suo membro influente che aveva un ruolo pubblico, essendo a capo di una meritoria istituzione, ed era, nella comunità ciellina di Cremona, il capo indiscusso. Tanto indiscusso da potersi permettere comportamenti peccaminosi ed illegali, senza che la cosa creasse particolari problemi a causa della struttura assolutamente verticistica del movimento. Proprio perchè Don Carron sta cercando, con fatica a causa dell’opposizione della vecchia guardia ciellina, di condurre il movimento ad un nuovo corso, una parola chiara su questa vicenda sarebbe necessaria. Consolarsi dicendo che tutti siamo peccatori e tutti dobbiamo convertirci è una scorciatoia che serve solo ad eludere il problema. Perdonami la franchezza.

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    • Sulla gestione del Movimento credo che l’ultima parola spetti solo al capo della Chiesa che ha il Suo Vicario nel Papa. Quanto ad un giudizio di condanna su una persona e su fatti che sono sempre opinabili perchè il cuore dell’uomo non lo conosce nessuno, non è questo tipo di giudizio che a un cristiano viene chiesto. Si giudicano i fatti, non la persona che viene accolta con misericordia.
      Ma, mi chiedo: a che serve una condanna aperta di una persona alla tua personale conversione? La tua vita è tua e ne rispondi solo tu. E la tua felicità non sta nel sapere che finalmente Inzoli è stato “”giustamente”” umiliato,; crdo che questo lo capisca. Perchè solo il rapporto personale con Cristo, ringraziato e amato ad ogni istante può rendere la gioia e la pace anche se il mondo dovesse crollare.
      Capisco la tua posizione, ma è talmente totalizzante che ti impedisce di vedere quello che solo può renderti sereno e gioioso.
      Inzoli ora sconta quanto ha fatto. Ma tu devi continuare a vivere i problemi di ogni minuto della tua giornata, e… i dubbi su Inzoli e quel che ne consegue non aiutano di un millimetro i tuoi bisogni veri.

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  8. Alberto

     /  giugno 5, 2017

    No scusa… i fatti sono fatti, punto. Non sono opinabili. Inzoli ha commesso peccati e reati gravissimi e il movimento tace. Ai miei bisogni ci penso io, ti assicuro e cerco di convertirmi, per quel poco che riesco, ogni giorno. Il problema non è Inzoli ma il silenzio di chi ha dato credito ad un personaggio che evidentemente non lo meritava ed ora dovrebbe avere il coraggio di dire qualcosa a riguardo. Forse Carron è costretto al silenzio dalla vecchia guardia ciellina, affaristica e spregiudicata come lo è stato Inzoli. Ma ciò non cambierebbe il modo penoso in cui è stata gestita questa vicenda penosa.

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    • evidentemente non hai compreso il significato del post che non era assolutamente inerente con la vicenda di Inzoli. Pare che abbia fatto degli errori anche gravi, sta scontando per quel che avrebbe fatto. Non mi interessava parlare di lui ma della bellezza del Cristianesimo riscoperto.

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      • Alberto

         /  luglio 1, 2017

        Forse non hai capito tu il mio riferimento alla triste vicenda dell’oramai ex don Inzoli. Ci possiamo riempire la bocca di bellissime parole, riscoprire significati, cantarcela e suonarcela finché vogliamo, ma se non abbiamo la virtù della vigilanza diventa tutto una colossale ipocrisia. E su Inzoli il movimento non ha vigilato prima e tace ora commettendo un errore enorme. A Crema Cl era Inzoli, con tutti i suoi discutibili atteggiamenti e i vizietti nei confronti dei ragazzi affidati alle sue cure. E nessuno ha avuto un dubbio sul fatto che non è bene che un prete usi auto di lusso, sigari costosi, frequenti ristoranti a la page, si intrometta pesantemente nella vita politica locale.
        A quanto si dice la comunità di cl di Crema è distrutta fra chi ancora difende l’ ex prete e chi dice che in effetti si capiva che in questo soggetto c’era qualcosa che non andava. Ora che Papa Francesco ha preso il provvedimento più drastico spero che il movimento e i suoi dirigenti capiscano che troppe parole non fanno bene, se non si educano le persone ad assumere gli abiti virtuosi senza i quali la vita di fede diventa contraddittoria. Ma ora qualche parola il movimento la deve dire

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      • È una vicenda molto triste,ma si può vivere la propria vocazione anche senza che il Movimento si pronunci. Occorre accogliere la decisione del Papa che è più che sufficiente e cercare di recuperare tanto tempo perduto perdonandosi a vicenda e cercando di vivere per quel che ci unisce, non per puntare il dito. Si spreca altro tempo evitando la cosa più importante: la conversione del cuore che è personalissima.

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  9. Alberto

     /  luglio 27, 2017

    Noto una contraddizione fra la “personalissima” conversione e il ruolo totalizzante che il movimento ha per i suoi membri. Se vi fosse meno pressione, vicende come quella di Inzoli probabilmente non sarebbero accadute perché vi sarebbe stata maggiore libertà nel mettere in luce le malefatte dell’ex don.

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    • Forse è vero quel che dici, Alberto, ma l’errore sta nella responsabilità di ciascuno, non certo nel carisma. Come se si accusasse Cristo di tutte le malefatte dei cristiani.

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