Da “La bellezza disarmata”, pag. 151:
… l’opposto logico della tristezza, disperazione: “Già la sola idea costante, ch’esista qualcosa di infinitamente più giusto e più felice di me, mi riempie tutto di smisurata tenerezza e di gloria, oh, chiunque io sia, qualunque cosa abbia fatto! All’uomo assai più indispensabile della propria felicità, è sapere e ad ogni momento credere che c’è in un certo luogo una felicità perfetta e calma, per tutti e per tutto… Tutta la legge dell’esistenza umana consiste solo in ciò: che l’uomo possa sempre inchinarsi dinanzi all’infinitamente grande. Se gli uomini venissero privati dell’infinitamente grande, essi non potrebbero più vivere e morrebbero in preda alla disperanza”.
Non mi soffermo sulla tristezza, ma mi preme sottolineare la bella riflessione di Dostoevskij.
Perché anche a me capita talvolta di trovarmi in situazioni di grande prostrazione, ma guardo il mio giardino, i miei alberi, il cielo, il tramonto… “e mi sovvien l’eterno” e il pensiero che in qualche luogo c’è serenità, pace, gioia che mi amano e mi aspettano fuga ogni tristezza; e mi rialzo rimboccandomi le maniche.