Sto leggendo con molto interesse “La bellezza disarmata” e a pag. 58 trovo:
“Mi pare che la differenza stia in una maggiore debolezza di coscienza che adesso si ha; una debolezza non etica, ma di energia della coscienza. […] È come se [oggi] non ci fosse più nessuna evidenza reale se non la moda, perché la moda è un progetto del potere”
La moda è un progetto del potere…
In che senso? mi sono chiesta. E mi pare che la moda passi attraverso i vari mass media che sono per lo più concordi nel comunicare per esempio una modalità di rapporto disumana. Disumana perché è contrario al desiderio del cuore l’impossibilità di trovare serenità, gioia, concordia… Infatti cosa prevale nei vari mass media, compresi i network più usati? La contrapposizione cattiva che vuole l’annientamento dell’interlocutore o comunque di uno che la pensa diversamente dalla mentalità dominante.
E al potere fa comodo che ci scontriamo tra di noi per il noto principio caro all’impero romano “divide et impera”
Quel che mi addolora è il fatto che nemmeno i cristiani, che secondo le indicazioni evangeliche dovrebbero essere fautori di pace, imitatori del Maestro che ci invitava ad essere come lui “miti ed umili di cuore”, nemmeno i cristiani o almeno la maggior parte di quelli che conosco, sfuggono alla moda della contrapposizione, della puntualizzazione di un eventuale errore formale, dalla scorrettezza e l’attacco impietoso dell’altro… Trovo davvero tutto sconfortante.
Un mio amico diceva che questi sono tempi in cui bisognerebbe essere dodici come i primi apostoli del Cristianesimo.
Temo che siamo proprio in questi tempi.