Cari amici,
Che cos’é la mia malattia se non un piccolissimo dolore rispetto a ciò che accade ogni giorno nella clinica. A 66 anni é un dono del Signore per la mia conversione. Ieri mi chiamano da un villaggio a 50 km da qui. Una mamma, Laura di 35 anni, totalmente paralizzata per via di una malattia autoimmune che si chiama dermatomiosite è stata sfrattata dalla casetta dove viveva in affitto e si trovava tra quelle quattro mura in compagnia della sua bellissima bambina di 6 anni (vedi foto) e le poche cose che possedeva.
Quanto cattivo é il cuore dell’uomo quando non ha Gesù! Mando subito l’ambulanza a prenderla. Alla sera sono andato al terzo piano della clinica, già nessun letto é vuoto, per salutarla e darle il benvenuto. Mi guardò con i suoi bellissimi occhi azzurri e l’abbracciai: “Laura, sei sempre bella come quel primo maggio del 2004 quando abbiamo inaugurato la vecchia clinica e tu eri la prima e unica paziente. Che grazia rivederti anche se oggi riesci solo a parlare e a muovere gli occhi”. Poi mi racconta la storia dolorosa di questi dieci anni. L’unica persona rimastale accanto é la piccola figlia di 6 anni. “Sa, Padre, che lei mi aiutava a cambiarmi e mettermi il pannolone? Sa darmi al momento giusto le medicine, lei non mi lascia mai.” Che miracolo questa bambina bellissima!
“Padre, adesso che faccio con la mia bambina che certamente non può vivere in ospedale con me?”. La casetta di Betlemme é strapiena e non c’é un posticino per lei; e poi perché metterla in una istituzione giudiziaria? Parlo con la geriatra proponendole di prendersela in casa. Pianse dalla gioia perché da tempo desiderava una bambina. Ne parlai con Laura che si dimostrò più che felice. Il distacco fu un po’ doloroso ma le parole della mamma aiutarono la bambina ad andarsene con la dottoressa. “Figlia mia, che Gesù e la Madonna ti benedicano. La tua mamita ti aspetta sempre con un regalo”. Che tenerezza in questo distacco!
Gustavo é un bambino di 12 anni che, da quando la giovane e bella mamma soffre di cancro, sta sempre al suo fianco. Sembra Marcellino del film. Sabato la mamma morì. Il primario mi disse: “Padre, sa che il bambino vedendo la mamma con l’ossigeno respirare sempre più affannosamente, pensando di aiutarla tolse l’ossigeno e si pose sopra la mamma per farle la respirazione bocca a bocca?” Rimasi commosso per tanto amore. Una volta morta la mamma, incapace perfino di piangere per il dolore, si preoccupò di chiamare il sindaco della sua città, Hermandarios, al confine con il Brasile, chiedendogli che mandasse l’ambulanza con la bara. Ho celebrato la Messa con lui in prima fila e poi, dopo avergli dato il mio numero di cellulare, é partito con l’ambulanza a fianco della mamma morta.
Amici, ogni giorno vedo tanto dolore, tanta povertà, vedo Gesù che soffre, vedo Gesù risorto e capisco il valore e la bellezza della croce che mi ha posto sulle spalle. Non solo la croce fisica ma quella dell’amore che é molto più pesante ma che ti fa sentire un uomo vero, perché ti dà un cuore tenerissimo e mi impedisce di amare in modo “clericale”, parafrasando Peguy.
Con affetto,
P. Aldo
Carol H. Jefferson
/ novembre 13, 2013[…] Dal papà della mia bambina divorziai…. ebbi anche momenti difficili con la fede. Incontrai un altro uomo e nell’ingenuità del mio essere pensai che mi amasse davvero per come diceva, invece anche questa volta fu un fallimento completo. Ora sono passati anni… vivo sola con mia figlia… partecipo alla messa, prego, accompagno mia figlia alla vita cristiana e prego sempre per la sua vocazione… e ho un’Amica speciale accanto a me, questa amica speciale è Maria, la mamma di Gesù. […] Io so che Lei, la madonna, è accanto a me sempre, anche nei momenti di sconforto… e per sentirLa io devo pregare… e pregare… e pregare… affido a Lei il cuore della mia bambina.
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