Narra una leggenda Indù: «Bussò l’amante alla porta dei cieli. Dal di dentro una voce si udì: ‘”Chi è?” “Sono io!”, rispose. E la voce: “In questa casa non c’è posto per te e per me’. La porta rimase chiusa. Allora l’amante si ritirò nel deserto, pregò e digiunò nella solitudine. In capo a un anno ritornò e bussò ancora alla porta. Di nuovo la voce chiese: ‘”Chi è?” ed egli rispose ‘”Sono tu” e la porta si aprì». L’uomo può amare solo se riconosce di essere amato. L’io sta ed agisce solo se ha davanti un tu. Non c’è differenza con la frase del salmo che recitiamo spesso: «A te si stringe l’anima mia e la forza della tua destra mi sostiene».
Giussani Luigi, Esercizi Spirituali della Fraternità di Comunione e Liberazione. [Pro manuscripto], 1989