Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di ciò che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondità, si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. E’ l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore. «Beata colei che ha creduto nell’adempimento della parola del Signore» (Lc 1,45), esclama la parente Elisabetta. E’ proprio per la sua fede che tutte le generazioni la chiameranno beata.
Dall’udienza generale del 19 dicembre del 2012 di Benedetto XVI
Mi ha colpito moltissimo questo aspetto della interiorità di Maria. Anche perché tutta la vita e il mondo sono profondamente pervasi dal Mistero.
Sì, possiamo arrivare a scoprire certe leggi della natura, certi meccanismi quasi infallibili. Ma ci sono dei fatti inspiegabili, delle circostranze impreviste, delle frasi udite quasi per caso, che dopo anni, talvolta anche decenni acquistano il loro significato. E allora è un trionfo grato dell’intelligenza che si accorge di aver custodito, quasi senza saperlo, l’espressione sintetica, come l’apparenza di un fatto, una parola, un gesto e finalmente ne percepisce il significato profondo. E si intuisce che la nuova scoperta non è altro che un nuovo punto di partenza, uno dei tanti gradini da salire verso la scoperta del significato totale.
Ecco perché nella vita, che diventa avventura della conoscenza, non c’è da annoiarsi mai!