A Settimo san Pietro la bellezza e la gioia di essere cristiani

Con grande sorpresa ho letto  su Itaca l’articolo che ho preparato per il settimanale diocesano e lo riporto almeno nel contenuto:

A Settimo san Pietro la bellezza e la gioia di essere cristiani
Era l’11 ottobre del 2011 quando Benedetto XVI, con una lettera apostolica sotto forma di motu proprio, Porta fidei, indiceva l’anno della fede per il 2012. Così, l’11 ottobre scorso è iniziato solennemente in tutte la diocesi quest’anno davvero importante per ciascuno di noi; perché abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza e la gioia di esserecristiani che è la seconda parte del titolo della Mostra voluta dalla CEI Videro e credettero, la bellezza e la gioia di essere cristiani.
“In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato” occorre “un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana (Benedetto XVI, Discorso all’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, 24 maggio 2012) recita l’introduzione al percorso della mostra – reperibile nel web nel sito di Itaca-Eventi – che si propone con trentadue pannelli di notevoli dimensioni.
Si tratta di un percorso illustrato di pannelli con immagini a forte impatto visivo, corredate da brani del magistero o di autori contemporanei che documentano il bisogno d’infinito e di significato di cui è assetato l’uomo del nostro tempo. Il primo pannello rappresenta Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro dove, vedendo le bende per terra, “videro e credettero” e introduce l’interessante percorso umano della ragionevole e inesausta ricerca di ciascuno uomo che si trova quasi inconsapevolmente immerso nel deserto della perdita del reale e dell’abolizione dell’uomo . Propone perciò in modo sorprendente l’imprevista risposta della fede a ogni nostra attesa di felicità, come una possibilità per ciascuno: “La porta della fede[…] è sempre aperta per noi” (Porta fidei,1)
E’ divisa in cinque sezioni di sei pannelli ciascuna: 1.Il contesto – Un mondo dopo Gesù, senza Gesù; 2) L’antefatto: il cuore dell’uomo (“Ah! come colmarlo questo abisso della vita!”); 3) Il fatto: Gesù di Nazaret; 4) Il riconoscimento: la libertà dell’uomo; 5) Gesù, nostro contemporaneo.
Tale mostra verrà inaugurata in Sardegna a partire da Settimo san Pietro dove l’evento avrà inizio – grazie all’instancabile operosità lieta del parroco don Elenio Abis che l’ha voluta portare per inserirla nel suo densissimo programma pastorale per l’anno della fede – il 25 novembre alle ore 18presso la casa Dessy, in via Gramsci. Ogni giorno poi la mostra resterà aperta, dalle 10 alle 12 di mattina e dalle 17 alle 20 la sera, fino al 2 dicembre.
Subito dopo la mostra farà tappa nella Basilica di Bonaria dal 3 dicembre fino all’8 dicembre e poi sarà a Nuoro, Sassari e Olbia fino alla fine del mese.

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