Vuoti di memoria

Mi chiedo come sia possibile che l’impegno civile debba per forza oscurare l’appartenenza religiosa: io non vi trovo nessuna contraddizione, come non ci può essere contraddizione tra corpo e spirito perché insieme concorrono a fare l’uomo.

Capisco comunque perfettamente che essere cristiani sul serio, che seguire Cristo sulla via della Croce, sapendo che è garanzia di risurrezione e gioia, perché ci è stato dato di farne esperienza, è decisamente più difficile, perché tutto dipende da tanti fattori, tra i quali il più importante è la libertà di Dio che elargisce la sua grazia quando e come vuole e la libertà della persona che accetta o non accetta di riconoscerlo.

Ciò detto, porsi troppe domande su quello che sta succedendo a un movimento o a certi cristiani mi pare davvero un pretesto per sfuggire alla responsabilità personale che Cristo chiede insistente a ciascuno di noi; e sappiamo benissimo che quando saremo giudicati saremo giudicati in prima persona e non potremo delegare nessuno, proprio nessuno, rispetto a quelle che sono le nostre responsabilità di vivere l’appartenenza a Cristo “qui ed ora”.

Se Cristo  nel Vangelo ci ha detto che dovremo render conto di ogni parola inutile detta… è cambiato il Vangelo o siamo noi che ce lo siamo dimenticato perché ci fa comodo riempire la mente di pensieri inutili e dannosi a noi prima che agli altri.

Sono contenta che Vittadini abbia rilasciato questa intervista ad Avvenire, dove tra l’altro si dice:

D – Qualcuno parla di scelta religiosa.

R – Chi lo dice ha un vuoto di memoria e non si accorge che Carron riprende il richiamo ripetuto di Giussani alla presenza, come modalità dell’impegno di Cl, che si attua attraverso una responsabilità personale dei suoi membri contrapposta alla pretesa di una egemonia come progetto di una organizzazione. Senza questo si pensa di essere liberi e costruttivi ma si finisce come in un “Ho visto un re” di Jannacci: funzionali al potente di turno. Il Meeting in questi anni è cresciuto resistendo a questa tentazione.

Certo non è detto che tale intervista serva a chi ha la mente piena di polemiche comode per evitare di vivere quello che la Chiesa, Sposa di Cristo, chiede a ciascuno, che si viva cioè l’offerta di ogni istante presente a  Cristo perché ci salvi. Però queste cose volevo proprio dirle,  perché l’unica cosa che vale è vivere alla presenza della grande presenza, sempre, anche quando si fanno scelte politiche. Ciò detto faccio salva la buona fede di ciascuno perché non spetta a me giudicare.

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