Avantieri pomeriggio, appena i due cronisti hanno dato la notizia relativa a Schwazer, ho avuto un fremito… no, non per l’errore che un ventottenne può aver fatto, ma per il modo di parlare e di vivisezionare la parola “tradimento” che sono stati i primi, – o meglio uno solo dei due… non so il nome – ad usare. Per questo ho apprezzato da subito la riflessione che Il Sussidiario ha proposto ieri Alex, anche questo errore è un’occasione e il post di Quid est Veritas.
Oggi leggo una bella riflessione, sempre su il Sussidiario, che mi ha aiutato a capire la grandezza del papà di Alex che a un certo punto dice
“Le responsabilità sono mie, perchè se si vede un figlio, che durante tutto l’anno è stato male, si deve capire e si deve cercare di parlargli”. “L’ultima volta che è partito da qui – ci racconta davanti alla casa di famiglia con una voce rotta dal pianto – era distrutto. Forse l’ha fatto per non deludere gli altri. E’ stata al 100% la prima volta che ha fatto uso di queste sostanze”. “Per fortuna – dice suo padre – ha fatto solo questo. Si è liberato. Così non poteva andare avanti. Spero che adesso possa condurre una vita normale”. Secondo Josef Schwazer, suo figlio “psicologicamente non reggeva piu. Si era chiuso in se stesso. Si allenava da solo. Spero di poter rimediare agli errori che ho fatto con lui. Ripeto, la colpa è mia. Nei momenti difficili serve un padre che riesca a stare vicino a un figlio. Per questo chiedo perdono ad Alex. Tireremo avanti”
I nostri figli hanno bisogno di padri così, che li abbraccino, qualunque errore abbiano potuto commettere.
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