Liberamente è una parola non superficiale e meccanica…

…Ma lui ha parlato di libertà. In che senso accettare è libertà? Io sono capace di accettare, uno è capace di accettare quanto più è libero. La libertà significa rendersi ragione delle cose e aderire a questa ragione. Tu sei stato chiamato, l’abbiamo detto nelle Lodi: «Consapevolidella vocazione e della missione cristiana»; da quelmomento, da quell’incontro fortuito che tu non ti aspettavi,sei stato chiamato, vale a dire quell’incontro ti hadestato qualche cosa. Quanto più ti rendi ragione di ciò che ti è stato destato nel cuore, quanto più ti rendi consapevole della fede cui oramai hai aderito, cui sei statochiamato ad aderire, quanto più ti rendi ragione della cosa e quanto più cordialmente, anche superando la fatica o lascocciatura o le contraddizioni che senti, aderisci a queste ragioni, tanto più sei libero, e perciò tanto più sei nella condizione di ascoltare la compagnia, di accettare l’indicazionedell’autorità, perché questo paragone ti aumenta,
è destinato ad aumentarti la ragione, la chiarezza dellaragione, e ad aumentarti l’impulso, l’input al cuore.
Se questo paragone con l’autorità non ti aumenta laragione, non ti “stabilisce”, non ti rende più stabile ilcuore, allora c’è un pericolo, e tu devi riandare, in quel caso, appena puoi, a quelle persone, a quella persona, aquel contesto umano che ti ha destato il primo input, ilprimo impeto.
Vale a dire, siamo legati alla compagnia eall’autorità, accettiamo la compagnia e l’autorità, ma liberamente.
Liberamente è una parola non superficiale emeccanica: indica che io aderisco all’autorità tanto quantoessa mi aiuta. E se in questo momento non mi aiuta,allora io mi riferisco alle persone che mi aiutano. Ma le persone che mi aiutano, mi aiutano veramente se mi ributtano ancora nel paragone con la compagnia e con l’autorità, se non mi fanno saltare niente, così che magari duegiorni dopo capisco quello che mi aveva scandalizzato due giorni prima.
Insomma, questi sono i fattori in gioco: l’originalità ela creatività del primo momento – badate, per favore, chequesto primo momento c’è stato per chiunque fra noi –,l’appartenenza, l’entrata dentro una compagnia e quindiil paragone con un’autorità, con u a direzione (un’autoritàvuole dire una direzione), in una libertà che cresce; e la libertà è fatta di ragione e di affettività (che non vuo-le dire quel trasporto che senti per la morosa in certimomenti).
Tutto ciò fa crescere l’inizio. Vorrei citare il caso piùaffascinante che mi sia capitato in vita. Quelli di Napolil’hanno potuto conoscere più di me e quindi anche piùdegli altri. Abbiamo avuto Giovanni, che è diventato maturo per il vis à vis con l’eterno, ma in modo visibile.Visibilmente questo ragazzo è cresciuto nella sua libertàpotente: io lo conosco dalla lettura di alcune sue frasi. Fortunato chi l’ha potuto conoscere, perché allora per lui è diventato una compagnia che non si può più perdere, è un riferimento a cui – quando la compagnia viene menoo quando l’autorità viene meno, o è dura – può guardare; la memoria di questa presenza, la coscienza di questa presenza rinnova l’inizio, a cui l’amico di Friburgo accennava,più di qualsiasi altra cosa, perché non c’è niente che rinnovi l’inizio come l’incontro con una persona che vival’inizio.
Così noi accettiamo l’autorità nella Chiesa non necessariamenteperché essa abbia il carisma di uno spirito evocatore più di altri, ma in quanto è una condizione perché diventi storia quello che ci è stato destato. [il grassetto è mio]
LUIGI GIUSSANI Ciò che abbiamo di più caro (1988-1989) – BUR Rizzoli 2011

Lascia un commento

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: