Da Il Sussidiario un po’ di chiarezza basata su numeri, statistiche, grafici:

Ad esempio, poiché il sistema sanitario lombardo fa maggiore affidamento rispetto ad altre realtà regionali sui servizi erogati da istituzioni private in regime di convenzione, già si assiste a chi trae dalle recenti vicende senza dimostrarla la conclusione che “uscire dallo statalismo e dalla gestione pubblica di tutti i servizi porti inevitabilmente al malaffare”, come ricordato da Gianluigi Da Rold. Chi sostiene questa tesi avrebbe ragione a contestare l’attuale modello sanitario regionale anche solo nell’ipotesi di un eccesso di costi a parità di qualità o con qualità più bassa. Se invece sia i costi che la qualità fossero più alti dovremmo verificare che i maggiori costi siano giustificati dalla maggiore qualità. Infine, se i costi fossero più bassi e la qualità più alta, come abbiamo sin qui creduto e come abbiamo ovviamente il dovere di documentare, allora saremmo in grado di smontare completamente e definitivamente questo tipo di critica.
In sintesi, per capire se il nostro sistema regionale è valido e difendibile, abbiamo bisogno di documentarne quanto più oggettivamente possibile costi e qualità in raffronto alle altre esperienze regionali. A tal fine possiamo fare riferimento agli studi in tema di economia sanitaria condotti da diversi anni dal centro di ricerca Cerm diretto da Fabio Pammolli, docente di Economia e Management presso l’Università di Firenze e Direttore di I.M.T. Alti Studi Lucca.