«La scelta preferenziale del Vangelo – lo ricordino i troppo zelanti – è per gli ultimi non per i primi ministri…».

Già ero nauseata dal presuntuoso egocentrico di turno che però attira ascolti (ma gli italiani poi capiscono  quando vengono presi per i fondelli)  – oltre che prendere i nostri soldi che volentieri avrei devoluto in beneficenza a chi volevo io (non ho bisogno di delegare nessuno in questo campo … purtroppo! – e ora mi si dice che occorre pagare l’ICI anche sulle spalle dei poveri che personalmente mi stanno più a cuore, perché li conosco. Non so se sindacati o partiti e altre strutture simili debbano pagare anche loro l’ICI d’ora in poi, né mi interessa più di tanto visto che purtroppo ogni governo ci mette del suo per fare cose sgradevoli e ingiuste, ma ora proprio non ce la faccio più e mi esprimo riportando un passaggio da Tempi nell’articolo: Va bene non fare i furbetti dell’oratorio, ma su Ici e Chiesa cerchiamo di non passare per fessi:

«Il senso di responsabilità e la prudenza dei vescovi dinanzi all’annuncio di tasse sugli immobili della Chiesa non deve far dimenticare a nessuno che si tratta del denaro dei  poveri. – Lo afferma l’onorevole Renato Farina (Pdl). Questa osservazione che valeva ai tempi delle vacche grasse, è tanto più preziosa ora che a tante famiglie manca tutto. La scelta preferenziale del Vangelo – lo ricordino i troppo zelanti –  è per gli ultimi non per i primi ministri. Attenti a non cadere nella montilatria…».

 Leggi anche:

Gli strateghi della guerra dell’ICI contro la Chiesa

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