I più non ritornano – un drammatico diario di guerra

I più non ritornanoNon credo sia possibile intuire anche solo lontanamente lo strazio, le sofferenze l’abbandono dei nostri militari poco più che ventenni durante la seconda guerra mondiale.
Occorre leggere questo struggente diario di guerra di Eugenio Corti, che non risparmia  nemmeno a sé stesso il ricordo di tanto orrore: soldati semicongelati (la temperatura assurdamente gelida aveva raggiunto i 47° sotto zero), massacrati dal nemico, morti e abbandonati sulla neve, fame incredibile, feriti non curati, il dramma della coscienza assopita nei momenti più terribili, quasi un modo per difendersi dalla pazzia.
Non si può riassumere: occorre leggere la scarna  ed essenziale descrizione dell’autore.

Copio un passaggio che ho appena letto e mi ha fatto riflettere, soprattutto perché è la prima volta (il diario di quei ventotto giorni di guerra è ormai alle ultime pagine) che riesce a riflettere lucidamente e cerca di dare un giudizio sullo sfacelo che lo circonda:

 

Il protagonista ha appena ucciso con un colpo di pistola, uno dei pochi colpi rimasti, un cavallo agonizzante nella neve da giorni perché i calci non erano riusciti a spegnere quella vita e quella sofferenza inutile. Continua ad aggirarsi tra i feriti, i morti e il dolore e…

 

   “Intorno buche di mortaio un po’ dappertutto. Marciume sparso. cadaveri senza più forma umana. Congelati cenciosi che si trascinavano. e appena più in là le fosse dell’infermeria da cui traboccavano cataste di morti. Ecco la guerra!

    Ripensai agli incoscienti che avevano fatto cortei per chiedere la guerra… e mi venne fatto di pensare anche alle scene di lusso e di lussuria osservate in città e ai bagni di mare: pareva quasi, allora, che nessun freno si potesse porre al dilagare della corruzione: ma eccolo il rovescio della medaglia, eccolo qui l’argine.

   L’orrore della carne martoriata e in putrefazione sui corpi vivi, quale contrappasso alla colpevole ebbrezza della carne.

    Come già nella valle di Arbusov, avevamo davanti a noi Dio castigatore”.

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21 commenti

  1. un post molto amaro….
    che dovrebbero rileggere anche quei cialtroni dei nostri ex (per fortuna) regnanti

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  2. un post molto amaro….
    che dovrebbero rileggere anche quei cialtroni dei nostri ex (per fortuna) regnanti

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  3. un post molto amaro….
    che dovrebbero rileggere anche quei cialtroni dei nostri ex (per fortuna) regnanti

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  4. Io non me la prenderei con gli ex regnanti che ormai non possono più fare del male (e comunque il libro non parla mai di regnanti, ma di fascisti, nazisti e comunisti), ma il libro mi pare un monito contro tutte le guerre, da tenere presente soprattutto a fronte della forte litigiosità dei nostri tempi perchè si fa presto a passare dalla violenza verbale tanto tollerata a quella fisica. Ed è facile convincere i giovani che lo scontro è bello.
    Occorre sapere cosa succede durante una guerrra. E non solo nei film, ma in un’esperienza narrata in prima persona da uno che è sopravissuto per puro miracolo e che non può togliersi dalla memoria quegli spettacoli disumani.

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  5. Io non me la prenderei con gli ex regnanti che ormai non possono più fare del male (e comunque il libro non parla mai di regnanti, ma di fascisti, nazisti e comunisti), ma il libro mi pare un monito contro tutte le guerre, da tenere presente soprattutto a fronte della forte litigiosità dei nostri tempi perchè si fa presto a passare dalla violenza verbale tanto tollerata a quella fisica. Ed è facile convincere i giovani che lo scontro è bello.
    Occorre sapere cosa succede durante una guerrra. E non solo nei film, ma in un’esperienza narrata in prima persona da uno che è sopravissuto per puro miracolo e che non può togliersi dalla memoria quegli spettacoli disumani.

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  6. Io non me la prenderei con gli ex regnanti che ormai non possono più fare del male (e comunque il libro non parla mai di regnanti, ma di fascisti, nazisti e comunisti), ma il libro mi pare un monito contro tutte le guerre, da tenere presente soprattutto a fronte della forte litigiosità dei nostri tempi perchè si fa presto a passare dalla violenza verbale tanto tollerata a quella fisica. Ed è facile convincere i giovani che lo scontro è bello.
    Occorre sapere cosa succede durante una guerrra. E non solo nei film, ma in un’esperienza narrata in prima persona da uno che è sopravissuto per puro miracolo e che non può togliersi dalla memoria quegli spettacoli disumani.

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  7. in assoluto è il libro più bello che io abbia mai letto.

    e ho detto tutto.

    ciao

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  8. in assoluto è il libro più bello che io abbia mai letto.

    e ho detto tutto.

    ciao

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    e ho detto tutto.

    ciao

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  10. utente anonimo

     /  agosto 12, 2009

    Sto leggendo ora, libro tremendo ed impietoso anche verso lo scrivente, che non nasconde nulla.

    Dice bene Anna, nel libro dei regnanti non se ne parla, al Re il Corti restò sempre fedele.

    Non così fu per Mussolini, l'”Uomo della Provvidenza”, come aveva sconsideratamente affermato Pio XI.

    La guerra è opera e tragedia umana, Dio non vi prende parte, se non come scusa per i violenti e come speranza per le vittime.

    Se Corti si salvò fu non solo per fortuna, ma anche per il suo Dio nel quale non perse mai la speranza. Il Dio castigatore, per nostra fortuna, è una sua invenzione.

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  11. utente anonimo

     /  agosto 12, 2009

    Sto leggendo ora, libro tremendo ed impietoso anche verso lo scrivente, che non nasconde nulla.

    Dice bene Anna, nel libro dei regnanti non se ne parla, al Re il Corti restò sempre fedele.

    Non così fu per Mussolini, l'”Uomo della Provvidenza”, come aveva sconsideratamente affermato Pio XI.

    La guerra è opera e tragedia umana, Dio non vi prende parte, se non come scusa per i violenti e come speranza per le vittime.

    Se Corti si salvò fu non solo per fortuna, ma anche per il suo Dio nel quale non perse mai la speranza. Il Dio castigatore, per nostra fortuna, è una sua invenzione.

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  12. utente anonimo

     /  agosto 12, 2009

    Sto leggendo ora, libro tremendo ed impietoso anche verso lo scrivente, che non nasconde nulla.

    Dice bene Anna, nel libro dei regnanti non se ne parla, al Re il Corti restò sempre fedele.

    Non così fu per Mussolini, l'”Uomo della Provvidenza”, come aveva sconsideratamente affermato Pio XI.

    La guerra è opera e tragedia umana, Dio non vi prende parte, se non come scusa per i violenti e come speranza per le vittime.

    Se Corti si salvò fu non solo per fortuna, ma anche per il suo Dio nel quale non perse mai la speranza. Il Dio castigatore, per nostra fortuna, è una sua invenzione.

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  13. Grazie del commento, Anonimo!
    ma come ti chiami?

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  16. Carlo,
    scusa per la fretta di prima; cercavo recensioni del libro ed ho trovato la tua, che mi era piaciuta molto.

    Il libro colpisce molto, non lascia indifferenti. Il Corti si rivela, come molti fanti italiani, vulnerabile all’orrore di quei giorni, è privo della saldezza psicologica degli alpini.
    Le truppe si sfaldano, lui perde e ritrova il contatto con i suoi, la narrazione mostra in pieno la disperazione e la solitudine interiore di migliaia di uomini.

    Sai, è anche molto triste che la presa di coscienza degli italiani davanti al fascismo abbia dovuto attendere e richiedere una tale tragedia collettiva.
    Quasi che – senza l’orrore della sconfitta – il fascismo non sarebbe apparso per quello che era.

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  17. Carlo,
    scusa per la fretta di prima; cercavo recensioni del libro ed ho trovato la tua, che mi era piaciuta molto.

    Il libro colpisce molto, non lascia indifferenti. Il Corti si rivela, come molti fanti italiani, vulnerabile all’orrore di quei giorni, è privo della saldezza psicologica degli alpini.
    Le truppe si sfaldano, lui perde e ritrova il contatto con i suoi, la narrazione mostra in pieno la disperazione e la solitudine interiore di migliaia di uomini.

    Sai, è anche molto triste che la presa di coscienza degli italiani davanti al fascismo abbia dovuto attendere e richiedere una tale tragedia collettiva.
    Quasi che – senza l’orrore della sconfitta – il fascismo non sarebbe apparso per quello che era.

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  18. Carlo,
    scusa per la fretta di prima; cercavo recensioni del libro ed ho trovato la tua, che mi era piaciuta molto.

    Il libro colpisce molto, non lascia indifferenti. Il Corti si rivela, come molti fanti italiani, vulnerabile all’orrore di quei giorni, è privo della saldezza psicologica degli alpini.
    Le truppe si sfaldano, lui perde e ritrova il contatto con i suoi, la narrazione mostra in pieno la disperazione e la solitudine interiore di migliaia di uomini.

    Sai, è anche molto triste che la presa di coscienza degli italiani davanti al fascismo abbia dovuto attendere e richiedere una tale tragedia collettiva.
    Quasi che – senza l’orrore della sconfitta – il fascismo non sarebbe apparso per quello che era.

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  19. A me il libro è piaciuto perché c’è nell’autore una grande lealtà con quello che sperimenta in sè e intorno a sé. Non è facile trovare tale onestà intellettuale che individua il male in quanto male, dovunque si manifesti.
    E’ davvero un autore come pochi altri perché non si lascia traviare dall’ideologia.

    Ciao e ancora grazie!

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  20. A me il libro è piaciuto perché c’è nell’autore una grande lealtà con quello che sperimenta in sè e intorno a sé. Non è facile trovare tale onestà intellettuale che individua il male in quanto male, dovunque si manifesti.
    E’ davvero un autore come pochi altri perché non si lascia traviare dall’ideologia.

    Ciao e ancora grazie!

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  21. A me il libro è piaciuto perché c’è nell’autore una grande lealtà con quello che sperimenta in sè e intorno a sé. Non è facile trovare tale onestà intellettuale che individua il male in quanto male, dovunque si manifesti.
    E’ davvero un autore come pochi altri perché non si lascia traviare dall’ideologia.

    Ciao e ancora grazie!

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