I bambini malati sono felici di vivere

 Ultimamente si è parlato della legge sull’eutanasia in Olanda che consente la cosiddetta "dolce morte" ai bambini fino a 12 anni purchè ci sia il consenso dei genitori. Ma come è possibile non tener conto del loro desiderio di vivere?

La lettera da "Il giornale" di oggi, che trascrivo, è una struggente testimonianza di questo desiderio di vita qualunque essa sia. Perché l’uomo è fatto per la vita, per amare ed essere amato e i bimbi  questo lo vivono con più grande intensità, perché sono più veri.

Caro direttore,
scrivo in qualità di giornalista, ma soprattutto come essere umano indignato di quanto ascoltato durante la trasmissione Otto e mezzo condotta da Giuliano Ferrara su La 7 mercoledì sera (22/3/2006).
In studio, il segretario dei Radicali Capezzone e il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Carlo Giovanardi discutono animatamente sul tema dell’eutanasia infantile, partendo dal fatto che in Olanda (primo Paese europeo ad autorizzare l’eutanasia, con una percentuale di 4.000-5.000 morti all’anno, equivalenti al 3,5% dei decessi totali nel Paese), ogni anno centinaia di neonati vengono soppressi dai medici in quanto «giudicati non idonei a condurre una vita normale», oppure in previsione di «un’esistenza caratterizzata da troppe sofferenze».

In primis mi interrogo sulla completa mancanza di informazione da parte dei media e della stampa italiani in merito all’evoluzione (o involuzione) legislativa olandese relativa appunto all’eliminazione di adulti e bambini privi di «vite degne di essere vissute». In secondo luogo mi chiedo se sia giusto che all’interno di un Paese quale è l’Europa si possano accettare tali soluzioni che, come dichiarato da Giovanardi lo scorso 19 marzo, «colpiscono al cuore la difesa di ogni essere umano, sano o malato, ricco o povero, uomo o donna, intelligente o ritardato mentale, così come 2000 anni di Cristianesimo hanno radicato nella coscienza popolare».
Come si può avere l’arroganza di legiferare su situazioni e circostanze che ogni volta sono uniche e diverse, come diverso è ogni essere umano? E da chi proviene questa arroganza? In coscienza posso rispondere: da uomini (politici) che non hanno di certo vissuto esperienze analoghe, che forse non hanno mai conosciuto il VERO valore della vita, pur imperfetta o dolorosa che sia.
Durante la trasmissione è stato affermato che in Olanda la pratica legale dell’eutanasia infantile è partita da un caso di EB Hallopeau Siemens, a causa della quale un bimbo non poteva essere alimentato «via sondino» perché si «staccava» la mucosa dall’esofago…
Mio fratello Daniele è nato nel 1980 affetto da una brave forma di Epidermolisi Bollosa (malattia molto simile alla Hallopeau Siemens). Al momento della sua nascita i medici gli avevano pronosticato pochi giorni di vita, poi pochi anni. Alla fine ne ha raggiunti quasi 19. Sofferenze indicibili? Certo, sofferenze, ma la soglia del dolore è diversa da persona a persona, la medicina aiuta e conta di più la gioia di ogni giornata trascorsa rispetto alla sofferenza fisica quotidiana.
Come può un medico giudicare quale sarà la qualità della vita di una persona? Ci saranno ospedali, operazioni, medicazioni costanti, malformazioni, ma ci sarà soprattutto VITA: amici, gioie, felicità, un’intelligenza viva e generosa, una sensibilità estrema, una delicatezza di sentimenti, un godere la quotidianità e gratificare le persone care. Un’esperienza UNICA di vita, per il malato e per tutti coloro che lo circondano.
A circa 6 anni, Daniele ha affermato che c’è una bella differenza tra chi vive in terra e chi è felice tra gli angeli… Questo a proposito di un’amica suora che diceva come il Signore fosse stato compassionevole e avesse accolto fra gli angioletti una bimba gravemente malata. Nel corso degli anni, la sera spesso diceva di «essere felice». Solo negli ultimi giorni di vita, oramai consapevole di essere arrivato al traguardo, si era chiesto, con ovvia sofferenza: «perché si DEVE morire?». Il suo desiderio era VIVERE! Ed era felice. Anche nella realtà della sua qualità di vita (che mai nessuno avrebbe definito inaccettabile).
Alla luce dei fatti e delle leggi, in Olanda lui sarebbe stato soppresso subito. Eppure, qualsiasi malattia, stato di sofferenza e disabilità, in una sola parola: «diversità», spesso accrescono i valori umani, generando un dare e un ricevere unico, che arricchisce chi gravita attorno a questo «grumo» di Amore.
La realtà degli ospedali italiani? Avendone avuto alta frequentazione, posso affermare che tra i nostri medici vi è un grande senso etico e umano. Nessun dottore attua accanimento terapeutico né su un neonato né su un bambino, ma dove c’è legittima speranza di sopravvivenza è giusto tentare. E il rispetto per una vita che si sta spegnendo, in Italia consente ai genitori di portarsi a casa il proprio figlio. Questa non è «eutanasia clandestina», come affermato da una dottoressa olandese presente in studio ieri sera, ma è semplice rispetto per la vita e per la morte, per la sofferenza e per la dignità.
Visitare i nostri reparti pediatrici dovrebbe essere obbligatorio almeno una volta all’anno per i politici, ma soprattutto per i giovani, per vedere che insieme alla sofferenza possono convivere amore, solidarietà e gioia di vivere.
Neonati che non hanno speranza di sopravvivere? La giornalista Armeni sottolinea in studio come il problema sia «compassione e rapporto con il dolore». Ma compassione per chi? Per i genitori? In merito al dolore, con i mezzi della moderna medicina oggi «può» anche non esistere; sono enormi i traguardi raggiunti durante questi ultimi anni. Per cui non ci si venga a parlare di sofferenze fisiche indicibili!
Durante il programma vengono spesso citate malattie quali «spina bifida» e «down» quali patologie «insormontabili». Si tratta certo di malattie dure, a volte devastanti, ma fortunatamente con possibilità di ottimo recupero. Forse sarebbe meglio interpellare le varie Associazioni per verificare.
Una legge come quella sull’eutanasia infantile dovrebbe essere «decisa» da genitori che abbiano o stiano vivendo un’esperienza simile a quella vissuta con Daniele dai miei.

Diana Calarco 

 da "Il Giornale" 25.3.2006

Fonte: www.stranocristiano.it

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20 commenti

  1. L’uomo sazio, colui al quale non manca nulla non sopporta di vedere accanto a se chi non vive come lui. Per questo giudica il vivere diverso, come non vivere e si arroca il diritto di uccidere. Si! Uccidere perchè di questo si tratta, come un tempo facevano gli antichi spartani con i bimbi nati storpi, solo perchè non potevano diventare dei guerrieri. A voi auguro tanta gioia a loro che Dio li perdoni e gli ullimini la mente.

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  2. Benvenuto Ciccio! Grazie della visita!

    Davvero! Che Dio illumini la mente di chi è nell’errore e gli dia la forza di riconoscere e scegliere ciò che è giusto!
    Arrivederci!
    Anna

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  3. ps: volevo ricambiare la visita nel tuo blog, ma non è possibile.
    Comunque scopro che sei devoto della Madonna , in particolare di Medjugorie. Ed io ho molti amici che sono andati e vanno a Medjugorie.
    Per me è proprio impossibile, per gravi problemi di salute che mi impediscono viaggi lunghi (attualmente anche brevissimi… da una stanza all’altra di casa mia!!!)
    Ciao!

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  4. ciao giovane, come stai? Ti stai riprendendo??? Forza che stanno cominciando le belle giornate!!!
    Ps la ragazza a cui ti riferisci sono io!!!
    Prima mi scambi per maschietto, poi per ragazza generica.. oioi… proprio niente speranze…
    Baci Marce

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  5. Ma sai, lo sospettavo che fossi tu… però non osavo fare una figuraccia!!! 😉
    Baci, baci, baci
    Anna

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  6. utente anonimo

     /  marzo 29, 2006

    Si ma vedete, voi partite dal presupposto di fede che ogni cita è dono di Dio e come tala va presa e glorificata. Per i laici no… Il discorso sulla vita è qualitativo, se puoi condurre una buona (accettabile) vita allora vivi. Succede così anche nel regno animale, se alla leonessa nasce un figlio storpio o con qualche altro problema spesso lo uccide. Eppure l’istinto negli animali è quanto di più vicino alla creazione esiste no?
    Ora le nostre motivazioni si discostano un po’ dall’istinto della leonessa, ma il principio è lo stesso: fargli condurre una vita piena di sofferenze per vederlo pian piano soccombere nella società non è accettabile, perchè la legge del più forte esiste cmq anche se ha cambiato le sue leggi.
    Ci sono vari livelli poi di malattia e patologia, non tutti riescono ad integrarsi, anzi, avendo una sorella che lavora in un centro sociale a stretto contatto con molti di loro -tra l’altro lei ne è entusiasta-, vi posso dire che si tratta di situazioni difficili da affrontare, e senza l’apporto di una famiglia preparata e di qualche aiuto esterno, che difficilmente arriva, diventa quasi impossibile la gestione.
    Senza contare i casi estremi, per quelli il più delle volte si tratt di una vita nell’emarginazione e basta…
    Ovvio, i momenti di felicità ci sono per tutti, chiaro è l’esempio di chi poco abituato a sorridere, sorride anche per le cose più futuli le quali capitandogli di rado sembrano eventi, degni dei più bei momenti di felicità.
    Insomma, chiunque vivendo riesce ad essere felice, altrimenti se potesse si toglierebbe la vita.. il fatto che voglia continuare a vivere poi, è conseguenziale al fatto che ormai già vive, ha provato qualcosa, e ciò che lo spinge a restare è ciò che spinge a restare ogniuno di noi, la paura di cadere nell’incertezza della morte (anche se credete nell’aldilà, non l’avevte mai visto, non sapreste cmq di cosa si tratta, benchè descritto), contrapposta la certezza di vivere e mettiamoci anche, la paura di soffrire nel momento in cui si muore. Ma voglio dire… queste sono cose comuni ad ogni essere umano, dovrebbero essere alieni per non provarle, semplicemente la scelta dell’eutanasia cerca di impedire questo attaccamaento alla vita che è causa di grandi sofferenze in divesi , ma non tutti, i casi. Ovviamente è difficile da dire.. perchè devi mettere a raffronto il tuo modello e quello dei tuoi simili col suo di persona disabile, e decidere se questo suo soffrire più di te, che poi diventa un’ abitudine (ma non so fino a che punto tollerata di più), sia tollerabile o meno per una ipotetica dignità umana.
    Sicuramente una questione spinosa, non di facile risoluzione ne da una parte ne dall’altra. Poichè mentre da una parte c’è Dio che decide tutto ciò, dall’altra il dio non c’è e la scelta è dell’uomo, che agesci con suoi parametri, se volete limitati ma gli unici di cui dispone, a cui affidarsi.

    A dire il vero mica volevo postare qua.. poi questo post mi ha risucchiato come una clessidra facendomi passare in breve il tempo inesorabile hehehe…

    Anna, come mai non mi fa commentare il post di sopra?

    E.

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  7. Anna sono devoto alla Madonna, convinto che la Mamma di tutti ci prende per mano per accompagnarci a Gesù. Provvederò ad invitarti per i commenti, adesso che ti ho incontrato ogni tanto passo e tu se vuoi potrai fare altrettanto. Tanta gioia.

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  8. Sai il post di sopra è un manifesto che soprattutto un cattolico dovrebbe leggere per… non avere rimpianti dopo il voto.
    Il voto è una cosa seria e la si affronta con dei dati di fatto che ci sono (il sito web del senato c’è, la nota dottrinale di Ratzinger c’è) ed io ti dirò di politica partitica non amo parlare; preferisco che uno scelga davanti a dei dati di fatto e soprattutto che legga con attenzione in modo da non lasciarsi prendere dall’istintività del momento.
    Per questo tipo di discussioni vertenti proprio sulle elezioni preferisco rimandare a quel forum dove ci sono gli amici con i quali si è preparato l’argomento. Lì laiscussione è accesa.

    Vedi, per te, come per qualche cattolico che non ci ha mai pensato, la cosa più importante è la qualità della vita. Ma se alla vita non c’è perchè, ti fanno fuori prima di nascere o ti eutanasizzano senza magari sentire il tuo parere (lo sai che in Olanda lo fanno coi bimbi fino a 12 anni purchè i genitori , stanchi di sacrificarsi per loro, decidono di farli morire?)… poi si sa… una volta introdotta l’eutanasia, il famoso consenso dato in un momento di depressione o di disperazione… è facile condurre un malato all’esasperazione che ti porta a preferire la morte (ti assicuro che all’ospedale dove sono stata più di un mese ho pensato con nostalgia alla morte – solo pensato in un momento di depressione -, però, gli amici e i familiari, con la loro compagnia, pazienza, tenerezza, mi hanno aiutato a ricordare (non me l’hanno mica detto a parole!) bastava la loro presenza o la telefonata o la battuta scherzosa o i cioccolatini che non riuscivo a mangiare) mi hanno ricordato e ancora adesso con la loro assiduità piena di attenzioni e discrezione, che la vita è bella, comunque essa sia, purchè abbia un senso e degli amici che te lo ricordano.
    Nel Cristianesimo capita che Dio decida di consolare chi sta male attraverso gli amici che lo fanno per amor suo.
    Ed io ho visto una giovane coppia (allora avevano due figliolette) prendere in affido un bimbo idrocefalo con nessuna speranza di vita. Gli si sono affezionati e quando Andrea, dopo pochi mesi, è morto, era tra le braccia di una… mamma che ha pianto per lui.
    Come Madre Teresa cheaccoglieva relitti di uomini e donne e li curava con incredibile tenerezza rendendo loro almeno la dignità di esseri umani.

    Scusa, mi sono persa: volevo dire che se non c’è vita, mancano di necessità gli altri diritti: che diritto ha uno che nn esiste?

    Quindi il problema primario non è la qualità della vita, ma la possibilità per delle persone di usufruire di una qualità di vita più dignitosa, perchè … vivono… non perchè non sono state fatte nascere oppure perché le hanno fatte fuori con l’eutanasia.

    Alla fine chi potrà usufruire di una “qualità dell vita”‘ i sani’ e se ti capita un grave incidente o una malatti misteriosa finora sconosciuta?
    Ci sono delle priorità ineliminabili anche razionalmente.La vita, ora seriamente messa in pericolo è una di queste priorità.
    Ciao
    Anna

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  9. utente anonimo

     /  marzo 29, 2006

    Se muori, non si pone più nessun problema ne di diritti ne di qualità, non è che questi vengono privati, bensì non esistono, e quindi risolto ogni problema… il fatto che non esistano è diverso dal fatto di esserne privati, non so se è chiaro…
    Sicuramente ci sono momenti di debolezza, nell’eutanasia come nell’aborto come nell’affidamento…è naturale.. sono scelte che van prese con cura.

    E.

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  10. Certo… non è che uno debba essere privato della possibilità di una vita migliore, che comunque è sempre un concetto relativo alla persona.
    Per esempio moltissimiamano tanto viaggiare e non capiscono come mai a me non piaccia… a me non piace semplicemente perchè i viaggi sia pure bellissimi e interessanti mi fanno male.. e se uno sta maleche fa?

    Io se mi fosse possibile mi costruirei una piscina bella grande in giardino, ma nn posso… eppure migliorerebbe di molto la qualità della mia vita.. ma non pretendo che sia lo stato o uno che dall’alto decida come deve essere la qualità della mia vita.
    La mia felicità non me la organizza lo stato, caso mai lo stato potrebbe accogliere le mie richieste legittime,di essere aiutata come singolo o come gruppo (è il principio di sussidiarietà di cui parla la dottrina sociale della Chiesa, per cui laddove la società,- intesa come persone vive che si impegnano acostruire qualcosa di buono- non ce la fa allora interviene con degli aiuti adeguati lo stato)
    Ho sempre pensato infatti che non è il cittadino che deve servire lo stato, ma lo stato deve essere al servizio bel bene comune dei cittadini

    Comunque la qualità della vitaoltre che essere un concetto molto vago e relativo, secondo me dovrebbe essere sostituita da “la sacralità” della vita.
    Pensa! se tutti considerasssero la tua vita, la mia vita, una cosa sacra! con che rispetto ci tratteremmo l’un l’altro!
    Scusa Emanuele se divago così, ma ti ringrazio per la pazienza che hai di leggermi.
    Ciao.
    Anna

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  11. utente anonimo

     /  marzo 29, 2006

    No ma figurati, non tanto la pazienza, quanto l’interesse nel leggerti mi spinge a proseguire.

    Il principio di sussidiarietà viene meno se impedisci l’aborto o l’eutanasia (o i pax), perchè è lo stato che prende la scelta e dice “te questo non lo puoi fare”. Poi hai detto che la vita è un concetto relativo, e qui si entra nella seconda parte del discorso che avevo fatto: voi avete un Dio al quale appellarvi, chi non ce l’ha, si deve basare sulla sua facoltà di scelta, quindi relativa, ma anche allo stesso tempo l’unica cui ha a disposizione.Ti ho anche detto che in fondo da morti, motli dei problemi sono risolti perchè proprio non si pongono.
    Sul considerare la vita come valore sacro e universale, ci aveva già pensato.. pensa… il tuo amato illuminismo hihihhi… benchè laico l’illuminismo è fortemente ispirato da una morale cattolica. Tuttavia l’idea di oggi, non si ferma al solo concetto di vita, ma anche alla sua qualità, insomma, che vita è (ci siamo domandati) quella che ti condanna alla sofferenza e al dolore? … perciò la vita può essere sacra si, ma anche una punizione… e spesso ce ne rendiamo conto pure noi che tra virgolette “stiamo bene” (quando diciamo “momenti di debolezza”). Il senso di ingiustizia si fa forte.
    Quindi non saprei davvero, se non lasciare alla scelta di più persone, delle persone che si dovrebbero occupare direttamente del caso dell’altra persona, come il medico e la famiglia… meglio di loro non so chi altro potrebbe scegliere… senza Dio sei abbandonato alle scelte, con maggiore responsabilità.

    mi smebra di aver fatto un po’ di confusione…

    E. a presto!

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  12. Aspetta: il principio di sussidiarietà proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa che su di esso si pronuncia da più di un secolo ha come principio sommo la sacralità della vita.
    Mi spiego: se i singoli pur associandosi, non riescono a tutelare la loro salute, allora è giusto che ottengano il sostegno dello stato per il loro benessere, perché migliori la qualità dell vita loro e dei loro malati.
    Se la singola famiglia non ha la possibilità di scegliere per i propri figli un tipo di educazione scolastica in sintonia con i principi appresi a casa, lo stato deve incoraggiare il libero aggregarsi dei cittadini purchè sia realmente garantito il vero bene comune.
    Questa è la sussidiarietà intesa dalla Chiesa: lo Stato intervenga laddove i cittadini non riescono pur aggregandosi a risolvere i problemi relativi ad una vita più dignitosa:pensa alla sanità per esempio. Se non ci fossero gli ospedali per esempio come faremmo?
    Alcuni servizi, come strade e infrastrutture solo lo stato può garantirle, ma certe esigenze di libera e costruttiva aggregazione per il bene comune di tutti, devono essere favorite.
    Perché siamo nati per essere liberi e non per sentirci imporre quello che va bene da noi.-
    Anzi il criterio per stabilire quel che va bene per noi non dobbiamo chiederlo né ai filosofi, né ai massmedia né ad alcun altro.
    Per non alienarci, dobbiamo trovare il criterio in noi stessi: in quella radice del nostro essere per cui intuiamo subitio se una cosa è bella, buona , giusta, se offre amore o se è egoista, ambigua, strana…
    Il male è che non siamo stati abituati dalla cultura dominante a coltivare queste esigenze fondamentali del nostro cuore di giustizia, verità bellezza… Sai che Giovanni Paolo II definiva la Bellezza come splendore della verità.
    Certe cose tu capisci subito che sono belle e vere, se il cuore è allenato ed educato ad essere veramente libero … ma so che è un discorso difficile…
    Scusa mi sono persa di nuovo. Insomma lo stato deve essere a servizio dei cittadini, del loro vero bene, non deve imporre qualcosa che sia contro il bene comune; non può imporre qualcosa che procura morte.

    Vedi: come dice anche la lettera del post sul quale stiamo discutendo, il dolore è quasi del tutto superato: esiste ed è praticata negli ospedali la terapia contro il dolore ( dovevi vedere quando ero ricoverata io: se uno chiedeva un antidolorifico, glielo davano subito!).
    Quindi la questione dell’eutanasia imposta a delle persone contro la vera loro volontà è qualcosa che va contro l’uomo. Perché l’uomo è fattoper la vita.
    Il problema grosso secondo me è il fatto che la società non ne vuol sapere di persone malate che hanno bisogno di assistenza o di compagnia… c’è un egoismo istituzionalizzato che è contro l’uomo.
    Perché l’uomo non è fatto per star solo: è fatto per stare con gli altri, per essere in armonia con loro, per gioire e patire insieme agli altri (una gioia non condivisa che gioia è?).
    Sai , la vita può essere un inferno o un paradiso già da questa terra: l’inferno dell’egoismo, della solitudine, dell’odio, della cattiveria o il paradiso della condivisione delle gioie e dei dolori, dell’amicizia sincera che ti fa affrontare anche malattie gravissime con pace.
    Questa possibilità dipende solo dalla nostra scelta personale, non dalle circostanze esterne.

    Ma ora mi fermo proprio! Alla prossima se ancora vorrai!

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  13. utente anonimo

     /  marzo 31, 2006

    Rispondo solo ora, in questo periodo perchè non ho avuto tempo.
    No spiegami perchè il principio di sussidiarietà è il principio sommo di sacralità della vita… se è laico… non è chiaro affatto il tuo ragionamento, sembra piuttosto cerchi di deviare perchè la strada è chiusa…
    Se uno vuole morire deve poter morire, se uno vuole scegliere per la morte di un’altro perchè solo lui può (sai, tipo scrivere le ultime volonta, in caso di incidente di questo tipo stacca la spina.. oggi non si può fare), allora si deve essere liberi… spezzare ciò che mi nega questo diritto e affidare la scelta alla coscienza dell’uomo. Perchè, si è sviluppata una forma di rispetto verso l’altra persona anche sul dolore, sulla sua qualità di vita, per empatia…
    E non è vero che la morfina risolve ogni dolore… è assolutamente falso, dimmi se tu non hai sofferto tanto, nonostante la morfina quando sei caduta, e quando dovevi stare all’ospedale…. a prescindere poi da quella che è stata la tua reazione che non per tutti è la stessa, il dolore invece è meno relativo della predisposizione ad accettare il proprio male. Poi si sta parlando di palliativi, di breve durata, il dolore si protrae e logora sulle lunghe distanze, d’altronde diceva un filosofo austriaco “il dolore soltanto non si può condividere”, puoi trovare qualcuno che lo capisca, ma rimane sempre di tua competenza… il dolore, infatti, rende inevitabilmente soli, condizione inaccettabile per l’uomo. (vedi anche l’animale se ferito cerca l’isolamento)

    paradiso ed inferno dipendono da dolore e piacere…. e talvolta si tratta di tematiche così relative… e dipende moltissimo dalle situazioni esterne…
    Piaget sostiene che l’intelligenza nell’uomo è la facoltà di sapersi adeguare ai cambiamenti dell’ambiente, alle situazioni insomma; mi servo di questa definizione per farti notare come si, si tratti poi in fondo di decidere noi cosa fare della nostra vita, si può passare una vita a piangere su un problema o riuscire a risolverlo, certo è che il problema non ce lo poniamo da soli, e l’abilità per affrontarlo, la preparazione, anch’essa è qualcosa di molto relativo, cui non tutti gli uomini sono capaci.

    ciao! E.

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  14. Un momento: il principio di sussidiarietà di cui parla la Chiesa (non lo Statalismo) non è la sacralità della vita, ma si basa sulla sacralità della vita. Io parlo della sussidiarietà come da circa un secolo la intende la Chesa nelle sue encicliche sociali.
    Lo statalismo (dottrina per cui lo stato non deve essere al servizio del cittadino, ma il cittadino deve essere a servizio dello stato) ha tutto l’interesse a decidere , indipendentemente dalla volontà reale del cittadino, ciò che per lui è giusto o va bene. Insomma ha rovesciato il concetto di sussidiarietà, che era tutto cristiano fino a qualche anno fa, cambiando le carte in tavola.
    Vi è anche un’altra implicazione in realtà che occorre tener presente e cioè quale sia il vero bene del cittadino. E questo chi lo stabilisce? E’ un bel problema… potrebbe essere la maggioranza dei cittadini (nelle democrazie succede così).. ma non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione… pensa se la maggioranza degli italiani decidesse che rubare è una cosa legittima… io mi divertivo a chiedere ai miei alunni: per sapere se è la luna che gira intorno alla terra o se la terra che gira intorno alla luna come facciamo? Decidiamo a maggioranza? Oppure cerchiamo di informarci adeguatamente… allora capivano.
    Ciò che è vero non si stabilisce a colpi di maggioranza. E’ inevitabile innanzitutto partire da ciò che è vero. Infatti il problema della Verità mi ha sempre assillato fin da quando trent’anni fa cominciai a pormelo… e non finisco mai di addentrarmi in essa.. è un’avventura che credo non finirà mai.
    Orbene io credo che alla base di tutto debba esserci davvero il problema di stabilire il vero bene del cittadino.
    Tu pensi che ognuno di noi sappia qual è il vero bene per lui? Sai, mi ci sono voluti diversi lustri per comprendere la saggezza della Chiesa che è contraria per esempio ai rapporti prematrimoniali.
    Certo che è più facile comprenderlo quando ormai si è già sposati! Però ne ho compreso davvero tutta la saggezza relativamente di recente… prima accettavo senza capire come un bambino che si fida dei genitori finchè non arriva a verificare lui stesso che i genitori avevano ragione.
    Io credo che il problema sia tutto qui: qual è il vero bene per un uomo? E chi lo stabilisce? L’uomo da solo può arrivarci?

    Scusa non ho parlato della sofferenza perché la mia posizione l’avevo già esplicitata precedentemente

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  15. ps: Ciao
    Anna

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  16. utente anonimo

     /  marzo 31, 2006

    Brevemente:
    Sul dolore ti ho detto anche io la mia che contrasta con la tua…

    Statilismo ce l’hai messo tu, io parlavo solo del principio di sussidiarità per il quale là dove si creano oasi di “felicità”, associazioni comuni di persone, condizioni di benessere, in modo autonomo, lo stato non deve intervenire, ma moderare, e fornire gli strumenti per cui possa prosperare. Statalismo ce l’hai messo tu…

    La maggioranza decide il bene democratico (quando si dice “per il bene della patria”), che sia o meno il bene di ciascun singolo… tra l’altro il vero e il bene non sono la stessa cosa, come si dimostra che per voi cattolici è davvero la stessa cosa, per i laici non è così… Quindi non c’entra una verità di maggioranza… anche se talvolta è così, tante cose che abbiamo dato come verità le sappiamo per istruzione perchè comuni alla maggioranza, e le diamo come verità.. tanto anche la scienza fin dall’inventore del metodo scientifico è stata considerata verosimile e non vera.

    Non credo che una persona sia in grado di discernere sempre bene e male, però la scelta spetta a lui se non crede in Dio e visto che siamo in una società libera credo sia giusto dare la possibilità di far scegliere a tutti come si crede… nel caso anche sbagliare… ma chi non è cristiano e vuole optare per una decisione che so.. l’aborto.. deve essere libero di poterlo fare.
    Oppure ammetti che per voi cattolici il principio cristiano nel quale credete è assoluto e deve essere applicato anche per forza a tutti, poichè voi siete gli unici detentori del vero bene..

    tutto qua.. saluti E.

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  17. Semplicemente ti dico: è la maggioranza che decide perché siamo in democrazia.
    Il popola da cui scaturisce la maggioranza che governa è fatto di singole persone come me e te che pensano con la loro testa e danno il loro voto in base alle proprie convinzioni.
    Così nasce un governo e i cristiani,come dice anche la lettera a Diogneto che ho anche riportato nel blog, obbediranno alle leggi dello stato in cui vivono tranne a quelle immorali (pensa se si legittimasse il furto!).
    Però non si deve impedire loro di dire come la pensano o di fare propaganda politica perchè sono cittadini come tutti gli altri.
    In base a quale criterio non dovrebbero dire come la pensano?
    La costituzione italiana tutela la libertà di pensiero e di espressione di TUTTI i cittadini, non solo dei non cattolici.
    Ciao
    Anna

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  18. utente anonimo

     /  aprile 1, 2006

    non è che non devi dire come la pensi..
    ma dirci come la metti … detenete la Verita assoluta? .. per voi l’aborto, che tratta solo che una possibilità di scelta, non va concessa… e così vi fate desposti delle coscienze altrui..
    Dico, se per i cristiani è sbagliato, basta che scelgano di non abortire.. ma se per me è giusto? .. pechè devono esprimere col voto un impedimento alla mia libera scelta di non cattolico? Si fanno i detentori di verità assolute? Mi domando poi… che dialogo è possibile se partono già con la verità assoluta acquisita… ?

    E.

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  19. E tu perchè devi impedire a me di esprimermi come ritengo giusto?
    Tu sei libero, come io sono libera: nella nostra Italia c’è ancora la libertà!
    Ma perchè sei prigioniero di modi di dire.
    Noi non deteniamo la Verità assoluta come la intendi tu
    La Verità che ci ha conquistati è un Uomo che ha detto di sé Io sono la Via, la VErità, la Vita.
    E come si a “detenere” la Verità quasi fosse un possesso?
    Una volta che intravvedi questa Verità non smetti di scoprirla per tutta la vita e non c’è pericolo di annoiarsi.
    Sull’aborto, il divorzio, i Pacs ecc. se io in coscienza credo siano illeciti come è illecito l’omicidio o il furto, perché dovrei andare contro la mia coscienza?
    O non ammetti che esiste la libertà di coscienza?
    Noi due stiamo dialogando perchè abbiamo due posizioni diverse e il dialogo non necessariamente porta alla persuasione dell’altro.
    Vedi: io rispetto la tua posizione anche se assolutamente non la condivido su certe posizioni e mi dispiace.
    Vedi però che non ti ho mai accusato di nulla?
    Eppure sai quante lance avrei? solo che mi sembra contrario al dialogo accusare l’altro. Si litiga soltanto e non si arriva a niente,
    Però è importante sapere che si può dialogare (riconosco che qualche cedimento di impazienza dall’una parte o dall’altra è comprensibile) si può dunque dialogare con tutti quando c’è rispetto reciproco.
    Tu dici che credo di detenere la verità e che perciò è impossibile il dialogo con me.. e finora cosa abbiamo fatto?

    Anna

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  20. utente anonimo

     /  aprile 1, 2006

    io non volevo attaccare nessuno…

    Certo, tu dici di non detenere la verità e che i principi su cui ti basi derivano dalla tua coscienza…
    Ma se ci fai caso… i principi della tua coscienza si rifanno ad una dottrina, e d auna forma di conoscenza superiori… non è così? Tu attingi il vero assoluto, gli altri sbagliano…. credo per questo se poi ci mettiamo a dialogare sull’aborto, è una discussione impari, perchè te parti dal presupposto che è volontà di Dio (quindi assoluta), io dico che Dio non esiste, già qui non c’è più discussione…
    Per me puoi esprimerti come ti pare, ma resti legata, le tue ragioni sono legate, ad una verità superiore, assoluta…
    Sai, il tizio che disquisisce su una questione morale sua, si mette al pari degli altri uomini nel dialogo, e bene o male, o è ottuso, o cmq dialoga. In tal caso si potrebbe affrontare anche una discussione su questi argomenti…
    Ma tra un cattolico e un laico è praticamente impossibile.. tra cattolici non so… probabilmente vi trovate già tutti d’accordo, visto che per voi non esiste il relativismo (che mi sembra quasi un appiattimento il doverla pensare tutti più o meno alla stessa maniera).. anche se come ho detto nell’altro ci sono eccezioni di cattolici che non sono in sintonia con certe idee.
    Noi non dialoghiamo sui temi specifici infatti, ci giriamo intorno, a me interessa sapere il perchè tu farai questa scelta, ma tanto è giusta a priori quindi non ho voce in capitolo… non è una disquisizione sul giusto o sbagliato, ma informazione, spero reciproca. Certo si toglie una parte importante alla discussione.

    E.

    p.s.
    ma se hai qualcosa da dire dilla, mi riferisco a “Vedi però che non ti ho mai accusato di nulla?
    Eppure sai quante lance avrei?”
    io non mi offendo… anzi sarei felice di darti chiarimenti sulla mia posizione, le provocazioni si sà son le risposte più difficili e le domande più impervie, se vuoi…

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